Osteoporosi

La menopausa può indurre una perdita accelerata di massa ossea, specie a carico delle ossa trabecolari della colonna vertebrale, con osteoporosi e aumento di fratture alle vertebre, al femore e polsi in età senile. L’allungamento della vita media nei paesi industrializzati ha fatto classificare l’osteoporosi, che colpisce più precocemente e principalmente il sesso femminile, tra le malattie sociali. Viene perciò suggerita la valutazione delle donne a rischio per razza, costituzione, familiarità, storia ginecologica, abitudini di vita, per definire la condizione di normalità, di osteopenia oppure di iniziale osteoporosi.

Prevenzione primaria e secondaria dell’osteoporosi

La prevenzione primaria dell’osteoporosi è sostanzialmente rappresentata dall’aver raggiunto un buon picco di massa ossea in età giovanile attraverso un buon equilibrio ormonale, una adeguata e costante attività fisica, un sufficiente apporto dietetico di Calcio, una buona esposizione ai raggi solari (necessaria per l’attivazione della vitamina D).

In menopausa vengono sollecitati l’attività fisica, moderata e protratta nel tempo, l’esposizione ai raggi ultravioletti, oltre al corretto apporto di Calcio e del controllo plasmatico dei livelli di vitamina D-1,25OH, eventualmente da integrare. L’individuazione dei casi a rischio consente una sensibilizzazione della donna stimolando la partecipazione attiva a programmi studiati ed adattati ad ogni tipo di necessità.

Oltre a migliorare l’integrità ossea con un corretto stile di vita, si possono migliorare eventuali condizioni patologiche di base, in assenza di controindicazioni, anche con una terapia ormonale sostitutiva con i necessari controlli periodici.

Terapia ormonale sostitutiva: TOS

Pressoché tutti gli studi hanno evidenziato che la TOS migliora la qualità di vita in quanto rallenta tutti gli svantaggi dovuti alla perdita degli estrogeni, eliminando i sintomi vasomotori, migliorando i sintomi genitourinari a medio termine e limitando nel lungo periodo i fattori di rischio per disturbi cardiovascolari ed osteoporosi, come l’assetto lipidico e la perdita di massa ossea.

La valutazione tra i rischi (possibili) ed i benefici determinati dalla terapia ormonale sostitutiva in donne selezionate e correttamente controllate è nettamente a favore di questi ultimi, quanto più la donna è sensibile ed esposta alle conseguenze della carenza ormonale.  

L’aumentata aspettativa di vita delle donne, che permette loro di trascorrere oggi oltre un terzo della propria vita in post-menopausa, non coincide con la loro aspettativa di salute e della sua qualità, che sono influenzate da diversi fattori, tra cui gli estrogeni. Per tutti questi motivi la TOS sta assumendo il carattere di medicina sociale. Il maggior vantaggio su tutti i fronti si ottiene quando la TOS viene iniziata precocemente, con tessuti ancora trofici, in assenza di segni di ateriosclerosi e senza evidente perdita ossea.                                                                                                

La TOS in menopausa, come ogni farmaco, comporta qualche rischio e viene oggi prescritta con lapiù bassa dose efficace per il minor tempo (non oltre 5 anni a dosaggio pieno), con attenta valutazione dei rischi e dei benefici ed escludendo le donne con la minima controindicazione.

Grande attenzione è stata dedicata alla relazione causale con l’aumento dell’incidenza oncologica al seno nelle pazienti in terapia sostitutiva: è documentato un aumento minimo, che diventa significativo solo al 5° anno di utilizzo, per poi ridursi con la sospensione della TOS. Viene raccomandata la mammografia annuale, che permette il controllo puntuale per una diagnosi precoce di tutte le patologie oncologiche al seno, compresa la quota di quelle ormonodipendenti. Questa condizione generale sfavorevole andrebbe contrapposta a tutti gli altri vantaggi personali.

Le donne candidate al trattamento sono quelle con maggiori sintomi vasomotori o in menopausa precoce, più a rischio per sindrome genito urinaria, per MCV e di osteoporosi, oltre a quelle che la scelgono per la loro qualità di vita e per i vantaggi dimostrati. La decisione di assumere la TOS in menopausa deve essere presa nell’ambito di un rapporto privilegiato tra la donna e il ginecologo secondo l’entità dei disturbi lamentati, delle condizioni individuali di ogni donna, delle sue preferenze e priorità, dopo un consenso informato specifico, completo e comprensibile.

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