Esami uttrasonografici ostetrici

Quando e perchè?

L’indagine ecografica, mediante l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza ( ultrasuoni ) che attraversano i tessuti , consente la visualizzazione della struttura anatomica del corpo umano.
Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da circa 30 anni e non stati riportati effetti dannosi sul feto, anche a lungo termine e con esami ripetuti. Per tale ragione l’uso diagnostico degli ultrasuoni è oggi ritenuto esente da rischi.
Durante la gravidanza l’ecografia viene utilizzata per evidenziare l’anatomia del feto, la sua crescita e taluni indici del suo benessere.
Secondo le Linee Guida della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (SIEOG) in gravidanza sono previste almeno tre ecografie (I livello).
Ecografia del I trimestre ( fino a 13.6 sett) le cui finalità principali sono la visualizzazione del regolare impianto del sacco gestazionale in utero, la presenza dell’embrione o del feto, il numero di embrioni e la sua vitalità.
Serve inoltre a datare correttamente la gravidanza ed a stabilire la data presunta del parto con un’accuratezza di circa 5 gg. E’ già in grado di rilevare anche alcune grossolane anomalie di struttura del feto e di eventuali patologie ginecologiche materne.
Ecografia del II trimestre che, in assenza di rischi specifici, è suggerita tra la 20 e 22 sett., le cui finalità sono la conferma del numero di feti, la datazione della gravidanza e la valutazione dell’anatomia del feto, nel modo più accurato possibile, oltre alla sua crescita.
Ecografia del III trimestre ( 30-34 sett) le cui finalità sono la valutazione della crescita fetale, della quantità del liquido amniotico e dell’inserzione placentare.

Ha dei limiti l’ ecografia in gravidanza ?

L’esame ecografico fetale è un’indagine su popolazione non a rischio che ha come finalità di visualizzare le strutture e gli organi fetali indagabili, nel tentativo di escludere la presenza di anomalie Come tutti gli esami di “screening” eseguiti su popolazione a basso rischio, non è in grado di garantire la normalità del feto, come evidenziato da tutti gli studi internazionali. più autorevoli Nella maggioranza dei casi c’è concordanza tra l’indagine di “screening” ecografico e la condizione di salute del feto.
La sensibilità dell’indagine ecografia è diversa per i vari distretti osservati e consente di identificare soltanto dal 30 al 70% delle malformazioni maggiori. Pertanto, per i limiti intrinseci della metodica, in particolare se applicata come test di screening in gravidanze senza fattori di rischio, è possibile che alcune anomalie anche importanti non vengano rilevate con gli ultrasuon. La bassa sensibilità (35-70%) dipende da vari fattori tra cui l’esperienza del medico, il momento dell’esecuzione dell’indagine, la qualità dell’ecografo, l’evolutività di alcune condizioni ed il distretto indagato.

Cos’è l’ecografia tridimensionale (3D) ?

Ecografia 3D

L’ecografia tridimensionale permette di visualizzare il feto o la struttura che stiamo analizzando in tre dimensioni, mostrando un volume e non solo un piano di sezione, come avviene durante l’ecografia tradizionale bidimensionale.
La 3D offre fornisce una vera immagine tridimensionale del feto. E’ necessario che il feto stia fermo con una posizione favorevole, che ci sia una buona quantità di liquido amniotico. In una buona parte dei casi si possono ottenere immagini del viso con le sembianze “reali” del proprio bambino. Questa modalità, comunque, può essere di qualche aiuto diagnostico per escludere alcune anomalie del viso o di altri distretti corporei. L’ecografia tridimensionale non è un esame di routine e attualmente la valutazione fetale si basa essenzialmente sull’ecografia bidimensionale, mentre la metodica 3D è solo un complemento all’esame. Con l’ecografia bidimensionale vengono acquisiti tutti gli elementi morfologici e biometrici del feto finalizzati a confermare che non si sono evidenziate anomalie fetali.
Solo successivamente si potrà procedere all’ecografia tridimensionale con immagini più chiare e suggestive per la donna o come ausilio e completamento dell’esame ecografico bidimensionale.

Attualità e futuro dell’ecografia 3D

Attualmente lo standard degli esami ecografici è rappresentato dall’ecografia bidimensionale.
Alcune funzioni dell’ecografia volumetrica, utilizzate oggi solo a scopo di studio, entreranno probabilmente nell’arco di pochi anni nella pratica clinica. Infatti, l’ecografia tridimensionale permette di acquisire un volume e poi scomporlo nei tre piani dello spazio, mostrando sezioni che non sono visibili con l’ecografia tradizionale o che richiederebbero particolare tempo ed abilità da parte dell’operatore.

Cos’è l’Eco Doppler dell’arteria ombelicale?

E’ un’ecografia ostetrica eseguita con un’apparecchiatura che possiede il modulo specifico per esaminare ed
esprimere in un’onda grafica il flusso di liquidi spinti in un tubo elastico.

A cosa serve in gravidanza?

La velocimetria Doppler dell’arteria ombelicale serve per valutare alcuni indici del flusso di sangue che passa in quel momento nei vasi arteriosi del cordone ombelicale. E’ correlata alla funzionalità della placenta e come tale è da utilizzarsi come metodica di II livello per discriminare i casi a rischio elevato di morbilità/mortalità perinatale, quali le condizioni di restrizione di crescita e/o preeclampsia.

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