Modificazioni del corpo della donna in gravidanza
Esercizio fisico
L’esercizio fisico moderato e quotidiano favorisce il benessere della madre e del feto, per cui è utile mantenere le proprie abitudini (piscina, passeggiate, corsa leggera, yoga, ginnastica, pilates, etc.), con la “consapevolezza” della sua condizione di gravidanza, evitando gli sforzi eccessivi e gli sport di contrasto. Il ginecologo curante, responsabile delle condizioni di salute di quella donna in gravidanza, è il solo in grado di stabilire quale e quanta attività fisica motoria debba praticare, con indicazioni eventuali ad altri specialisti, “personal trainer” e nutrizionisti, per quanto esperti nel proprio settore.
Peso corporeo e alimentazione
Il modo migliore per crescere un figlio è iniziare una gravidanza con il giusto peso ed aumentare gradualmente ad un ritmo moderato. Al termine della gravidanza l’aumento ponderale medio, anche in rapporto all’altezza ed alla struttura della donna, dovrebbe essere circa tra i 10-13 chili, con aumento progressivo, minore nel primo trimestre e maggiore con il procedere della gravidanza.
Nei primi tre mesi di gestazione, l’aumento di peso è dovuto a ritenzione idrica e soprattutto all’accumulo di riserve energetiche (tessuto adiposo), necessarie per garantire al bambino un adeguato apporto di nutrienti negli ultimi mesi di gravidanza, in cui il feto cresce con maggiore rapidità, contribuendo concretamente all’aumento di peso della madre. Il peso andrà, quindi, controllato regolarmente in modo da cogliere in tempo eventuali variazioni anomale (per esempio se il peso corporeo aumenta più di 1 kg in dieci giorni, specie se accompagnato da mani e piedi gonfi) è bene contattare il medico. Per un incremento eccessivo o una crescita scarsa del peso materno viene suggerito qualche controllo in più.
L’aumentata richiesta metabolica è mediamente soddisfatta da un supplemento quotidiano già di 250 -300 calorie al giorno, diluiti in 4-5 pasti e bevendo almeno 1,5 lt di acqua, evitando lunghi periodi di digiuno. Il suggerimento delle Società Scientifiche è di ricavare tale energia da alimenti abituali, nutrienti e di elevato valore biologico, privilegiando una dieta di qualità, favorendo i cibi freschi (preferibilmente di stagione) e naturali, con preparazioni semplici, e riduzione di alimenti confezionati e di additivi alimentari, limitando quanto più possibile l’alcool ed il caffè. A questo proposito ricordiamo che nel 2010 l’Unesco ha proclamato la dieta mediterranea patrimonio culturale immateriale dell’umanità, compreso l’olio extravergine di oliva!
L’apporto di fibre è utile come prevenzione per stipsi e per i problemi emorroidari, che si manifestano con maggior frequenza verso il termine di gravidanza. Una dieta equilibrata e completa nella sua composizione qualitativa non prevede necessariamente l’apporto di integratori alimentari, come pure la supplementazione di vitamine e di sali minerali, ad eccezione dell’acido folico, unico integratore fortemente raccomandato alle donne che pianificano una gravidanza, o con gravidanza iniziale, che dovrebbero assumere ogni giorno almeno 400 microgrammi (µg) di acido folico, in particolare nel primo trimestre in gravidanza. È invece necessaria una valutazione medica individuale in relazione a diete particolari, o per intolleranze o a disturbi da malassorbimento intestinale. Frequente è l’integrazione con il ferro per l’aumentato fabbisogno. La gravidanza potrebbe quindi rappresentare una grande opportunità per migliorare lo stile di vita e l’alimentazione della donna, perfezionandoli il più possibile con ricadute anche per il suo futuro.
Sistema cardiovascolare
Il cuore lavora di più perché la gittata cardiaca aumenta notevolmente in gravidanza, date le aumentate richieste per la circolazione utero-placentare, per diminuire dopo il parto e ridursi a livello pregravidico nel corso del mese successivo. Per permettere l’aumento della gittata cardiaca, la frequenza cardiaca aumenta del 10-15 %, diminuiscono la resistenza vascolare sistemica e la pressione arteriosa, come pure la viscosità del sangue.
Sangue
Il volume totale di sangue aumenta proporzionalmente alla gittata cardiaca, più per la componente liquida che per i globuli rossi, con conseguente diluizione e riduzione dell’emoglobina. Il fabbisogno di ferro aumenta ed è quindi utile un apporto supplementare di ferro per prevenire un’ulteriore riduzione dei livelli di emoglobina.
Funzione renale
La velocità di filtrazione glomerulare nei reni aumenta dal 30 al 50%, più nel decubito laterale sinistro, infatti, questa posizione allevia la pressione che l’utero ingrandito esercita sui grandi vasi quando le donne gravide sono in posizione supina. Dopo il parto il normale ripristino del sistema escretore urinario può richiedere anche tre mesi.
Apparato respiratorio
La funzionalità respiratoria cambia perché l’utero ingrandito interferisce con l’espansione polmonare ed il consumo di ossigeno aumenta per soddisfare le accresciute necessità metaboliche di tutti gli organi materni, della placenta e del feto. Gli atti respiratori profondi diventano più frequenti, oltre che meno facili nell’ultimo periodo di gravidanza ed è frequente una modesta dispnea da sforzo.
Apparato gastrointestinale
Con il procedere della gravidanza, la motilità gastrointestinale si riduce non solo per gli elevati livelli di progesterone che determinano il rilassamento della muscolatura liscia, ma anche per la compressione esercitata dall’utero in crescita sulla matassa intestinale (retto e colon), che può determinare stipsi. La pirosi gastrica e le eruttazioni sono di frequente riscontro, dovute al ritardato svuotamento gastrico e al reflusso gastroesofageo per il rilassamento dello sfintere esofageo a livello diaframmatico.
Sistema endocrino
La gravidanza modifica il funzionamento della maggior parte delle ghiandole endocrine, perché la placenta produce elevati livelli di estrogeni e progesterone per aiutare e sostenere le modificazioni del corpo della gravida. L’ipofisi ingrossa e la prolattina aumenta di circa 10 volte al fine di assicurare la lattazione. Dopo il parto-allattamento il livello ritorna nella norma.
Cute
La placenta produce un ormone stimolante, il melanocita della cute, con aumento della pigmentazione cutanea più nell’ultimo periodo. Le modificazioni soggettive più evidenti sono il melasma (maschera gravidica “a farfalla” al volto), la maggior pigmentazione alle areole mammarie, dei genitali e la linea scura più evidente tra l’ombelico ed il pube. I cambiamenti regrediscono lentamente in genere entro un anno.